3 mag. – I collettivi studenteschi parteciperanno allo sciopero del 6 maggio e annunciano mobilitazioni e iniziative, ma lanciano anche un messaggio al ministro Roberto Maroni: “noi gli consigliamo di starsene a casa, ma se in quella giornata dovesse venire a Bologna, la nostra sarà una piazza determinata a pratiche di contestazione chiare ed esplicite”.
La piazza a cui si riferiscono i collettivi ancora non esiste ma la creeranno loro, bloccando alle 13 di venerdì 6 l’incrocio “a T”tra via Indipendenza, via Ugo Bassi e via Rizzoli, sotto il nome Time Out – Tempo di sciopero, tempi di vita.
I soggetti coinvolti saranno studenti, universitari e medi, rappresentati da Cua e Cas, ma non solo: è prevista anche la partecipazione deiricercatori, dei membri di spazi sociali come Spazio Occupato Bartleby, dei bibliotecari necessari, dei genitori protagonisti delleproteste per i nidi, di associazioni del mondo gay comeAntagonismogay e Smaschieramenti, oltre a quella dei lavoratori del Teatro Comunale e del Conservatorio, e di scrittori e musicisti.
Le iniziative tenderanno a “generalizzare” e ad espandere l’ambito dello sciopero indetto da CGIL, condiviso ma giudicato comunque “insufficiente e tardivo” dagli organizzatori, che vogliono offrire la possibilità di scioperare e di esprimere il proprio dissenso anche a chi non l’avrebbe, come studenti, precari e ricercatori. Dissenso contro lapolitica di austerità e di tagli al welfare del governo Berlusconi, ma anche contro le politiche intraprese con riguardo alla guerra in libia, l’immigrazione e i referendum su nucleare e acqua pubblica. Le forme di protesta previste, poi, sono quelle divenute ormai tradizionali per i collettivi: blocchi del traffico e delle attività produttive.
Originariamente pubblicato su Radio Città del Capo martedì 3 maggio 2011.